- Percorso Sos Reset
- Posts
- Affrontare la cattiveria del mondo
Affrontare la cattiveria del mondo
Viviamo in un mondo che, a prima vista, sembra gentile. Le persone si scusano quando ti urtano, gli insegnanti parlano di rispetto, gli uffici si riempiono di sorrisi forzati. Eppure, basta fallire – anche solo una volta – perché questa gentilezza svanisca come nebbia al sole. Quando perdi qualcosa – un lavoro, una relazione, la reputazione – il mondo ti guarda con un volto diverso. Non più sorridente, ma affilato.
Ti accorgi che sotto la superficie gentile c’è un’aggressività trattenuta. Nei commenti online, nelle battute taglienti, nei silenzi improvvisi degli amici. Ti trovi davanti a persone che godono nel vederti cadere. Che trasformano la tua vulnerabilità in spettacolo. Che ti giudicano con una freddezza brutale, come se non fossero mai stati fragili.
Ma questa crudeltà non parla di te. Parla di loro.
Chi attacca con così tanto disprezzo, chi gode nel sottolineare il tuo errore, non è una persona serena. È qualcuno che si sente invisibile nella propria vita, trascurato, inascoltato, infelice. Il disprezzo che riversa su di te è solo un modo per non guardare il proprio dolore. Il problema non sei tu: è la loro solitudine, il loro vuoto.
Il mondo non è crudele perché tu hai sbagliato. È crudele perché molti non hanno mai imparato a essere compassionevoli con sé stessi. E allora, quando vedono qualcun altro inciampare, si scatenano. Non per giustizia, ma per sfogo.
Pillole chiave della riflessione di oggi:
La gentilezza pubblica spesso è solo una maschera sociale.
Quando cadiamo, emergono giudizi violenti e sproporzionati.
Il disprezzo altrui nasce dalla loro frustrazione e infelicità, non dalla nostra colpa.
Chi attacca lo fa per sentirsi superiore, perché non riesce ad affrontare il proprio dolore.
Il giudizio degli altri dice molto di loro, e molto poco di noi.
Capire questo meccanismo ci aiuta a non interiorizzare l’odio che riceviamo.
Domanda su cui riflettere oggi:
Quante volte ho preso sul serio un giudizio crudele, senza chiedermi da dove venisse davvero?
Il modo in cui gli altri mi trattano nei miei momenti peggiori parla di loro, non di me.
*Questo contenuto fa parte della piattaforma Thatsos, uno spazio pensato per aiutarti a crescere, guarire, capirti davvero e stare meglio. Dentro la piattaforma troverai percorsi per esplorare le tue emozioni dall’ansia alla rabbia, tecniche per gestirle, articoli che ti faranno riflettere e un diario dove scrivere liberamente ciò che provi e come ti senti.