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People pressing e odio per se stesso
A volte incontriamo persone che sembrano la nostra copia perfetta: ridono delle nostre battute, condividono tutte le nostre opinioni, sembrano leggerci nel pensiero. All’inizio ci sentiamo visti, compresi, quasi fortunati. Ma presto quella sintonia totale inizia a sembrare… un po’ sospetta. Dietro a quella costante approvazione, infatti, spesso si nasconde una storia molto diversa: la paura profonda di essere rifiutati se si esprime un pensiero proprio.
Il people pleaser non è davvero d’accordo. Sta solo cercando, in ogni modo possibile, di non essere abbandonato. Ha imparato – spesso da piccolo – che la propria voce è pericolosa. Che dire la cosa sbagliata può far crollare chi si ha di fronte, scatenare punizioni, far sentire in colpa. E così ha smesso di pensare. O, peggio, ha smesso di credere che il proprio pensiero conti qualcosa.
Ma questa non è gentilezza. È una prigione costruita sull’odio per se stessi. Un odio silenzioso, che ripete da anni che è meglio sparire, adattarsi, non disturbare. Che la propria mente è inutile, fastidiosa, inadeguata. Eppure, ciò che il people pleaser teme è proprio ciò che lo allontana dagli altri. Perché nessuno ama davvero chi si annulla: ci sentiamo più vicini a chi ci sfida, ci arricchisce, ci mostra prospettive nuove.
Uscire da questa dinamica è possibile. E inizia da un’idea semplice, ma rivoluzionaria: possiamo essere amati anche quando non siamo d’accordo. Possiamo esprimere un pensiero nostro, e restare comunque nelle relazioni. Possiamo dissentire… e non essere puniti. Non siamo stati costruiti per piacere. Siamo stati costruiti per pensare, sentire, scegliere. E quando iniziamo a farlo davvero, qualcosa dentro si risveglia: il rispetto. Non solo quello degli altri, ma soprattutto il nostro.
Pillole chiave della riflessione di oggi:
Il people pleasing nasce dalla paura di essere abbandonati se si pensa in modo autonomo.
Chi si adatta sempre ha spesso interiorizzato un’idea: “se dico la cosa sbagliata, non sarò più amato”.
Dietro questo comportamento si nasconde spesso un’infanzia fatta di regole rigide, silenzi e giudizi.
Il people pleaser smette di ascoltarsi: non si trattiene, si annulla.
Questo atteggiamento non favorisce vere relazioni, ma le impoverisce.
Il pensiero libero nasce da un amore sicuro: solo quando ci sentiamo accettati, possiamo essere davvero noi stessi.
Esprimere la propria voce è un diritto, non una colpa.
Con abbastanza amore per sé, si può imparare a non aver più paura di deludere.
Domanda su cui riflettere oggi:
Quante volte ho detto “sì” per paura di perdere qualcuno… e quante volte ho perso me stesso per farlo?
Ho il diritto di pensare con la mia testa. Chi mi vuole bene davvero, saprà ascoltare anche la mia voce.
*Questo contenuto fa parte della piattaforma Thatsos, uno spazio pensato per aiutarti a crescere, guarire, capirti davvero e stare meglio. Dentro la piattaforma troverai percorsi per esplorare le tue emozioni dall’ansia alla rabbia, tecniche per gestirle, articoli che ti faranno riflettere e un diario dove scrivere liberamente ciò che provi e come ti senti.