Ansia: come avremmo dovuto essere amati

Molte persone ansiose non sono nate con l’ansia: l’hanno appresa, giorno dopo giorno, nei piccoli silenzi, negli sguardi sfuggenti, nelle emozioni non accolte.

L’ansia è spesso la conseguenza di un’assenza: quella di uno sguardo capace di rassicurare, contenere e accogliere incondizionatamente.

Chi oggi vive nella paura costante di deludere, perdere, sbagliare, un tempo è stato un bambino che ha imparato a camminare sul ghiaccio sottile dei bisogni non ascoltati.

Una persona ansiosa avrebbe avuto bisogno di genitori capaci di trasmettere un messaggio chiaro e semplice: “Sei importante, anche se non sei perfetto. Puoi sbagliare, arrabbiarti, piangere, dire di no. E io sarò qui.”

Avrebbe avuto bisogno di qualcuno che non rideva del suo pianto, che non lo sminuiva con un “non è niente”, che non lo educava alla calma con la paura.

Qualcuno che gli insegnasse che la sua ansia non era debolezza.

Qualcuno che gli spiegasse che il valore di una persona non si misura dalla sua performance, ma dalla sua esistenza.

Se oggi sei una persona ansiosa, probabilmente hai imparato che dovevi essere sempre gentile, sempre bravo, sempre all’altezza, per essere amato.

Ma il tuo corpo si ricorda tutto: la tensione nel petto, la paura di disturbare, l’ipercontrollo per non essere abbandonato.

La buona notizia è che, se non abbiamo ricevuto questo amore, possiamo imparare a darcelo oggi. Possiamo diventare noi quel volto che si illumina quando entriamo nella stanza.

Pillole chiave della riflessione di oggi:

  • L’ansia è spesso la risposta a un amore condizionato o intermittente.

  • Le persone ansiose hanno imparato a temere il giudizio e a vivere nell’ipercontrollo per non perdere l’approvazione.

  • Un’infanzia amorevole insegna che si può essere amati anche nei momenti di fragilità.

  • Ricevere amore incondizionato da piccoli costruisce sicurezza emotiva da adulti.

  • Anche da adulti possiamo imparare a darci l’amore che non abbiamo ricevuto.

Tecnica utile:

Siediti comodo e chiudi gli occhi.

Poggia una mano sul petto, l’altra sulla pancia. Respira lentamente.

Prima dal naso, e poi lascia andare l?aria dalla bocca. Immagina di parlare al tuo io bambino. Digli:

“Non devi essere perfetto. Sei al sicuro. Io ti vedo.”

Ripeti per tre minuti. Fallo ogni giorno per una settimana. L’ansia si calma quando si sente riconosciuta.

Domanda su cui riflettere oggi:

Cosa avrebbe dovuto dirmi qualcuno, da piccolo, per aiutarmi a sentirmi al sicuro?

Posso imparare ad amarmi con la stessa dolcezza che un tempo ho desiderato ricevere.

*Questo contenuto fa parte della piattaforma Thatsos, uno spazio pensato per aiutarti a crescere, guarire, capirti davvero e stare meglio. Dentro la piattaforma troverai percorsi per esplorare le tue emozioni dall’ansia alla rabbia, tecniche per gestirle, articoli che ti faranno riflettere e un diario dove scrivere liberamente ciò che provi e come ti senti.