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Quando smettere di pensare🤯
Giorno 5 del Percorso Sos.
Quando siamo in ansia, la tentazione è quella di usare tutta la nostra intelligenza per cercare di prevedere ogni possibile scenario futuro. Tentiamo di eliminare ogni sorpresa dall’ignoto, spinti dal bisogno – del tutto comprensibile – di controllare il futuro.
Non è sbagliato cercare di prevedere il futuro: riflettere e pianificare ha il suo valore. Ma dopo aver valutato tutte le possibilità e fatto tutto il possibile, arriva un momento in cui dobbiamo accettare una verità che può sembrare scomoda, ma che in realtà è liberatoria: non possiamo sapere con certezza cosa succederà , e non ha senso provarci.
Gran parte della nostra vita è fuori dal nostro controllo, influenzata dal caso, dal tempo e da fattori imprevedibili. Per quanto possiamo essere intelligenti, non abbiamo il potere di prevedere ogni cosa e di eliminare ogni incertezza. Ci sono troppe variabili in gioco, e la nostra mente può spingersi solo fino a un certo punto.
Dobbiamo imparare a convivere con l’incertezza.
Per sviluppare un sano scetticismo verso le nostre ansie, dovremmo coltivare un atteggiamento di fiducia benevola di fronte a ciò che non conosciamo.
Tra le passioni più insolite di Nietzsche c’erano le mucche, che considerava gli animali più filosofici in assoluto. In Così parlò Zarathustra, scrisse: “Se non cambiamo e non diventiamo come le mucche, non entreremo nel regno dei cieli.”
Ma cosa rendeva così sagge le mucche ai suoi occhi? La loro straordinaria capacità di non preoccuparsi troppo del futuro. Se ne stavano tranquille in un campo, scacciavano qualche mosca insistente, masticavano erba e vivevano il presente, momento per momento.
Per quanto limitata, la loro mente aveva raggiunto qualcosa che per gli esseri umani sembra quasi impossibile: accettare i limiti di ciò che possiamo sapere e lasciar andare il resto.
Forse, invece di immaginare la vita filosofica circondata da libri di Montaigne o Platone, dovremmo tenere in bella vista un’immagine di una mucca, con il rispetto che merita.
Siamo continuamente bombardati da messaggi su quanto sia importante usare la mente, riflettere e analizzare. Ma forse dovremmo anche reimparare l’arte di sapere quando smettere di pensare.
*Articolo estratto dalla futura piattaforma di Thatsos, Koko+
Usa questa tecnica: Test della realtĂ .
Tendiamo a fidarci ciecamente delle nostre emozioni: “Mi sento in ansia, quindi devo essere in pericolo!”
Ma le emozioni spesso sono falsi allarmi. Sei davvero in pericolo o è solo la tua mente che ti sta giocando un brutto scherzo?
Soffriamo piĂą nella nostra immaginazione che nella realtĂ .
Vuoi davvero tormentarti per cose che non stanno nemmeno accadendo?
Le preoccupazioni non vogliono essere messe in discussione. Ti diranno sempre: “Questa volta è diverso!”
Ricordati che hanno un pessimo storico di previsioni affidabili! Quante volte sei stato sicuro che sarebbe successo il peggio… e invece non è successo nulla?
Non possiamo sapere cosa pensano gli altri o cosa accadrĂ nel futuro.
Quindi chiediti: “Cosa so per certo? Cosa è vero in questo momento?”
Quando uno scenario spaventoso prende il sopravvento nella nostra mente, sembra quasi inevitabile.
Ma solo perché possiamo immaginarlo chiaramente, significa davvero che accadrà ?
Prova a scrivere su un foglio tutte le cose che temi e, accanto, le prove reali che hai per credere che succederanno. Spesso, vedendole nero su bianco, ti accorgerai che la tua mente ha ingigantito tutto.
Imparerò a distinguere tra una riflessione utile e un rimuginio ripetitivo e inconcludente—e mi impegnerò a spegnere la mente quando si incastra in quest’ultimo.