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Pensare al peggio
Giorno 15 del Percorso Sos.

Quando siamo preoccupati per il fallimento e ne parliamo con i nostri amici, spesso riceviamo risposte rassicuranti: ci dicono che stiamo esagerando, che le cose non andranno così male, che nessuno noterà l’errore o che il mondo non è poi così crudele. Sul momento, queste parole possono sembrare confortanti, ma nel profondo lasciano un retrogusto amaro, un’inquietudine che torna a visitarci nei momenti di fragilità, di notte o nei giorni in cui ci sentiamo più vulnerabili. Vogliamo disperatamente credere di essere al sicuro, ma e se non fosse così? E se davvero il peggio dovesse accadere?
Questi dubbi non si lasciano dissolvere facilmente. Possiamo cercare di soffocarli con nuove rassicurazioni, ma più cerchiamo di convincerci che tutto andrà bene, più l’ansia cresce. A questo punto, invece di combattere la paura con ottimismo forzato, c’è una mossa apparentemente paradossale, ma incredibilmente efficace: smettere di fuggire dal pensiero del fallimento e affrontarlo direttamente, immaginandolo in tutta la sua crudezza.
Cosa accadrebbe se davvero tutto andasse storto? Se il nostro errore venisse scoperto, se la vergogna fosse pubblica, se le persone che amiamo ci voltassero le spalle? Se finissimo soli, ridicolizzati, rovinati? Può sembrare un esercizio masochistico, un modo per amplificare il panico, e invece ha l’effetto opposto: quando ci permettiamo di esplorare fino in fondo la nostra paura, scopriamo che il peggio è, in realtà, sopportabile.
Forse perderemmo tutto tranne due buoni amici, ma potremmo sopravvivere. Forse passeremmo anni nel disonore o nella povertà, ma troveremmo comunque il modo di esistere. Non sarebbe ciò che desideriamo, certo, ma non sarebbe nemmeno la fine di tutto. Il vero problema, infatti, non è il fallimento in sé, ma l’incertezza. L’angoscia più grande non nasce dal sapere con certezza che il peggio accadrà, ma dal non poterlo prevedere con esattezza. Viviamo nel tormento di domande senza risposta: “Andrà tutto bene? Mi scopriranno? Mi odieranno?”. La mente ansiosa vuole certezze assolute, e quando non le trova, si blocca in un ciclo infinito di dubbi.
*estratto dalla futura piattaforma di Thatsos
Usa questa tecnica: Taglia fuori i pensieri negativi
Quando la tua mente inizia a correre veloce e ti ritrovi a immaginare lo scenario peggiore, fermati un attimo. Non per negare la paura, ma per metterla in discussione.
Quello che stai pensando… è davvero così probabile? Oppure è una proiezione, un pensiero catastrofico che ha preso il sopravvento?
Prova a fare questo esercizio, semplice ma potentissimo.
Primo passo: individua il pensiero che ti sta facendo andare in tilt. Magari è: “Se sbaglio quella presentazione, penseranno che sono un incapace.” Ok, fermiamoci lì.
Secondo passo: chiediti che prove reali hai per pensarlo. È successo già? Qualcuno te lo ha detto davvero? Spesso la risposta è no. È solo paura che parla più forte di tutto.
Terzo passo: trova due alternative, basate sui fatti e non sulla paura. Tipo: 1. “Anche se sarò agitato, passerà dopo i primi due minuti.” 2. “Magari non sarà perfetto, ma darò comunque il meglio.”
Pian piano cominci a riequilibrare la mente. E quella paura, che sembrava gigantesca, inizia a perdere potere.
Ricordati: pensare al peggio è istintivo, ma non è realistico. E no, non sei ingenuo se scegli di credere che può andare anche bene.
Rifarlo ogni volta ti aiuta ad allenare il cervello a distinguere tra ansia e realtà. È come mettere un po’ di luce dove prima c’era solo il buio dei pensieri automatici.
Il peggiore scenario? Raramente accade. Ma puoi diventare bravissimo a non lasciargli più le chiavi della tua tranquillità.
I miei timori diminuiscono mano a mano che vivo la mia vita con coraggio.