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Una vita ideale per un ansioso
Ultimo giorno del Percorso Sos (forse).
Sei arrivat* all’ultimo giorno del percorso, e questo per noi conta tantissimo, perché vuol dire che hai dedicato questi 10 giorni a te stess*!
Per questo abbiamo fatto una scelta: prolungarlo di altri 6 giorni fino al 1° aprile (e no, non è un pesce d’aprile).
Quindi avrai altro tempo per lavorare su di te e sulla tua ansia.💜
Ma ora ti lasciamo alla tua pillola quotidiana!
Per quanto spesso diciamo di voler essere meno ansiosi, raramente intraprendiamo sforzi sistematici e concreti per riuscirci davvero. Le nostre azioni, quando le compiamo, sono spesso modeste e sporadiche: un libro qua e là, una candela profumata, una gita in campagna, un proposito di Capodanno per rallentare e riflettere di più.
Eppure, evitiamo di riorganizzare in modo radicale la nostra vita in nome di una maggiore serenità. Lasciamo che il desiderio di calma passi in secondo piano rispetto ad altre priorità più comuni e rumorose: fare soldi, crescere una famiglia, ottenere riconoscimento sociale.
Potrebbe quindi essere illuminante, come esperimento mentale, provare a immaginare come sarebbe una vita in cui la calma fosse la nostra assoluta priorità. Cosa cambierebbe se, dall’alba fino al momento di andare a dormire, ogni nostra scelta pratica e psicologica fosse orientata a mantenere una mente serena?
Considerando tutto ciò che sappiamo sull’ansia – le sue origini, i suoi fattori scatenanti e i modi per alleviarla – quali potrebbero essere le caratteristiche di una vita profondamente calma?
Vivere insieme
Per cominciare, probabilmente sceglieremmo di vivere in comunità, lontani dalla solitudine della vita da single e dalle tensioni tipiche di una famiglia nucleare. Ci circonderemmo di persone che, come noi, sono impegnate a gestire l’ansia, ma che comprendono anche quanto sia facile perdere l’equilibrio emotivo. La comunità ideale sarebbe caratterizzata da gentilezza, sensibilità e una profonda comprensione delle difficoltà dell’essere umano.
Tra queste persone, non ci sarebbe pressione nel dover impressionare gli altri né nel dover nascondere le proprie preoccupazioni e sofferenze. Ognuno sarebbe consapevole di essere, in qualche modo, un po’ rotto, ma allo stesso tempo sinceramente impegnato nel processo di riparazione e nel valore della generosità.
L’architettura di un luogo di calma
Un ambiente progettato per favorire la calma dovrebbe riflettere equilibrio, semplicità e connessione con la natura. La scelta dello spazio influisce profondamente sul nostro stato mentale, e una vita improntata alla serenità richiederebbe un’architettura che ne supporti i principi fondamentali.
Un luogo pensato per la quiete potrebbe avere ampie aperture verso l’esterno, per favorire la luce naturale e il contatto visivo con il paesaggio. Gli spazi comuni sarebbero accoglienti ma essenziali, progettati per facilitare la convivialità senza sopraffare i sensi. Le stanze private, invece, sarebbero semplici e funzionali, con pochi arredi scelti con cura, in modo da offrire un rifugio senza eccessi.
Materiali naturali come legno, pietra e tessuti organici creerebbero un’atmosfera armoniosa, mentre i colori sarebbero tenui e rilassanti, evitando stimoli visivi eccessivi. La presenza di elementi naturali—come un piccolo giardino, un cortile con una fontana o spazi verdi accessibili—permetterebbe di riconnettersi con la tranquillità della natura, senza la frenesia della vita urbana.
Idealmente, un luogo di calma sarebbe distante dal caos cittadino, pur rimanendo accessibile, così da garantire un equilibrio tra isolamento e connessione con il mondo. L’obiettivo non sarebbe la fuga, ma la creazione di un ambiente che aiuti a rallentare, respirare e vivere con maggiore consapevolezza.
Incontri e condivisione
In questo ambiente ideale, ogni giorno ci si riunirebbe in gruppo per condividere ciò che rischia di sopraffarci o turbarci. Si potrebbe discutere di temi profondi come la vergogna, le ferite dell’infanzia, la rabbia o la tendenza alla passività. L’obiettivo di questi incontri non sarebbe solo quello di esprimersi, ma di coltivare una cultura di introspezione collettiva e rafforzare l’impegno di ciascuno nel comprendere e calmare se stesso.
Attraverso la sincerità e il confronto aperto, chiunque si sentisse un outsider troverebbe conforto nel riconoscersi negli altri. La condivisione vera permetterebbe di ridurre il senso di isolamento, creando un legame basato sull’ascolto e sulla comprensione reciproca.
*Estratto dalla futura piattaforma di Thatsos
Usa questa tecnica: Sentire e guarire le emozioni dietro l’ansia
L’ansia non è mai fine a se stessa: è una reazione a emozioni profonde e dolorose, spesso un modo per distrarci da ciò che ci fa soffrire. Per affrontarla davvero, dobbiamo permetterci di sentire quelle emozioni sottostanti: sopraffazione, vulnerabilità, impotenza.
Riconosci le emozioni dietro l’ansia
L’ansia ci spinge a preoccuparci e a riempire la mente di pensieri, ma raramente ci fermiamo a chiederci: “Quali emozioni stanno davvero alimentando la mia ansia?”
Se ci concentriamo su questo, non possiamo contemporaneamente preoccuparci: il nostro cervello non è bravo a fare multitasking emotivo.
Identifica con precisione cosa provi
Una volta individuata l’emozione di fondo, l’ansia perde parte del suo potere su di noi. Per aiutarti, puoi usare una libreria di emozioni o un elenco di sentimenti per descrivere con esattezza cosa stai provando.
Smetti di evitare le emozioni dolorose
Spesso ci buttiamo in mille preoccupazioni o azioni impulsive per evitare di sentire ciò che fa male. Ma il vero passo avanti è accettare quelle emozioni e raggiungere uno stato di “va bene così”, senza combatterle o giudicarle.
Capisci cosa ha scatenato la tua ansia
Se sappiamo quale emozione ha fatto scattare l’ansia, sappiamo anche su cosa dobbiamo lavorare davvero. Quali emozioni stanno attivando la mia ansia? Come posso affrontarle direttamente? Perché funziona?
Quando smettiamo di vedere l’ansia come il problema e iniziamo a guardare oltre, possiamo affrontare le vere cause emotive e liberarci da schemi ripetitivi di paura e preoccupazione.
Riconoscerò le molteplici ragioni della mia ansia e mi impegnerò a fare tutto il possibile per attenuare le fonti di inquietudine, sia nel presente che – soprattutto – nel mio passato. Ogni giorno lavorerò per diventare la persona più serena che desidero essere.
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