Quando c’è un attacco di panico

Giorno 12 del Percorso Sos

Durante un attacco di panico, l’ansia che di solito ci accompagna come un sottofondo costante, erodendo lentamente la nostra quotidianità, cambia improvvisamente marcia e sembra volerci annientare, e pure in fretta.

Dobbiamo tenere un discorso di un’ora, ma pochi minuti prima di salire sul palco ci ritroviamo paralizzati dietro le quinte, la bocca completamente asciutta, il cuore che batte all’impazzata e la mente incapace persino di ricordare le lettere dell’alfabeto, figurarsi il nostro nome.

L’aereo chiude le porte e ci rendiamo conto che non potremo scendere per sei ore, che ogni minimo movimento farà inevitabilmente toccare i passeggeri accanto a noi, che l’aria che respiriamo è passata per i polmoni di altre 200 persone (e un paio di motori a reazione) e che saremo sospesi a chilometri da terra. Tutto questo, improvvisamente, sembra irreale, crudele e insopportabile.

Oppure siamo a una riunione di lavoro, circondati da colleghi e clienti, e sentiamo che da un momento all’altro il nostro stomaco sta per ribellarsi o il nostro corpo ci tradirà nel peggior modo possibile, riducendoci a un disastro imbarazzante. In quel momento ci sembra che la cosa migliore sarebbe semplicemente sparire e non essere mai più menzionati.

Cosa possiamo fare in situazioni del genere? Come può la più raffinata filosofia aiutarci quando ci sentiamo sul punto di perdere il controllo o scoppiare a piangere in un Airbus affollato?

*estratto dalla piattaforma di Thatsos

Forse, nonostante tutto, qualche consiglio utile possiamo tenerlo a mente:

  1. Accettare la situazione

Anche se ci sembra l’evento più imbarazzante e assurdo che potesse capitarci, in realtà non è così raro. Succede a molte persone, anche a quelle rispettabili, di successo, che vivranno una lunga e dignitosa vecchiaia. Questo non è la fine, anche se in questo momento sembra esattamente così.

  1. Non combattere la paura

Cercare di resistere all’ansia è come lottare contro una corrente impetuosa: più ci sforziamo, più rischiamo di affondare. È meglio lasciarsi trasportare dalle onde, senza opporre resistenza, perché alla fine si calmeranno e ci riporteranno a riva. Accettiamo che il discorso potrebbe anche non avvenire, che potremmo svenire o dover uscire di corsa dalla stanza. E allora? Non c’è nulla di disonorevole nel vivere un momento di fragilità. Nessuno è impeccabile in ogni istante della propria vita. Questo è semplicemente uno di quei momenti in cui siamo umani, e va bene così.

  1. Usare Koko: il tuo assistente in tempo reale

Quando il panico prende il sopravvento, può essere difficile ricordarsi di tutte queste strategie. Ed è qui che entra in gioco Koko, l’assistente virtuale basato sulla terapia cognitivo-comportamentale, pensato per guidarti in tempo reale attraverso un attacco di panico. Koko ti aiuta a durante l’attacco, ti fornisce esercizi pratici per calmarti e ti accompagna passo dopo passo verso la stabilità. Non sei solo: hai uno strumento sempre disponibile che ti aiuta a riprendere il controllo, proprio quando ne hai più bisogno.

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Imparerò a reagire meglio accettando che ci saranno momenti in cui non sarò in grado di farcela.

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