Ansia diversiva

Giorno 11 del Percorso Sos

Uno degli aspetti più difficili dell’ansia è che tende a monopolizzare completamente la nostra mente. Si installa al centro dei nostri pensieri e impedisce a qualsiasi altra cosa di passare.

Per quanto ci faccia soffrire, non ci permette di metterla in discussione, di analizzarla o di rielaborarla. Ci ritroviamo a essere sia terrorizzati che incapaci di guardare oltre il nostro terrore. I nostri pensieri diventano opprimenti, ripetitivi, ossessivi: continuiamo a chiederci se la porta sia chiusa, se i conti siano stati sistemati, se il nostro profilo social sia al sicuro. L’ansia domina la scena e lascia fuori tutto il resto. Si impone con prepotenza e, di fatto, paralizza le nostre capacità mentali.

Ma c’è un modo sottile per provare a ingannare l’ansia: partire dal presupposto che spesso essa sia solo un diversivo, un velo che copre qualcosa di più profondo e difficile da affrontare. Uno degli aspetti più particolari della nostra mente è che, in certi casi, preferiamo sentirci ansiosi piuttosto che affrontare verità più scomode o dolorose della nostra vita. Può essere più facile preoccuparsi che conoscersi davvero.

Potremmo, ad esempio, essere ossessionati dall’idea di arrivare in tempo all’aeroporto, non perché la puntualità sia davvero il problema, ma perché non vogliamo chiederci se questa vacanza abbia ancora un senso o se il nostro partner ci ami ancora.

Oppure potremmo essere in ansia per una questione economica solo per evitare di affrontare un dubbio ben più doloroso sul corso della nostra vita emotiva.

O ancora, potremmo sviluppare un’ansia legata alla sessualità per non dover affrontare il senso di inadeguatezza che ci portiamo dietro dall’infanzia. Il panico può diventare uno scudo che ci protegge da questioni più profonde.

*estratto dalla futura piattaforma di Thatsos.

Usa questa tecnica: Il countdown

Quando l’ansia sale all’improvviso, ci serve qualcosa di semplice ma potente per non farci travolgere. Una tecnica che può davvero aiutare è il conto alla rovescia rilassante: parti da 20 e scendi lentamente fino a 1. È come prendere un ascensore immaginario che ti porta giù, verso un luogo sicuro dentro di te.

Immagina questo: chiudi gli occhi e visualizza un ascensore. Le porte si chiudono, inizi la discesa. A ogni piano che scendi – 20, 19, 18… – senti una piccola parte della tensione che ti abbandona. I muscoli si rilassano, il respiro si fa più lento. Il cuore batte meno forte.

Prova a chiederti: che cosa succede dentro di me quando visualizzo questa discesa? Mi sento più stabile? Più in controllo?

Mentre continui a contare – 15, 14, 13… – lascia andare i pensieri che corrono. Non combatterli: immagina che salgano sul tetto dell’ascensore e si allontanino mentre tu vai giù, sempre più giù. Ogni numero è un passo in meno verso il panico, un passo in più verso la calma.

Quando arrivi a 1, fermati. Respira. Hai appena attraversato un piccolo momento di tempesta e sei ancora lì. Hai retto. Hai preso in mano le redini.

Come ti senti ora? Riesci a percepire la differenza tra il prima e il dopo?

Può essere utile disegnare un orologio, oppure tenerne uno vicino, per ricordarti che puoi fermare il tempo quando l’ansia arriva. Un countdown è come un’àncora: ti riporta al presente, ti aiuta a restare.

Ripeti questo esercizio ogni volta che ne senti il bisogno. Ogni countdown ti rende più forte, più consapevole, più pronto. Non serve combattere: basta contare.

20… 19… 18… e già il mondo fa un po’ meno paura.

Cercherò di capire di cosa sono veramente triste, forse qualcosa del mio lontano passato, come alternativa al preoccuparmi eccessivamente del presente.

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