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Non sentire più quel peso #3
Oggi facciamo spazio. Non lo spazio vuoto che spaventa, ma quello che ti permette di sentire.
Finora hai tenuto insieme molte cose, spesso in contemporanea, e il mondo intorno sembra chiederti rapidità, disponibilità, presenza costante. In questa velocità il rumore cresce: notifiche, richieste, aspettative esplicite e implicite. Se non stai attento, il rumore prende il posto di ciò che ti nutre davvero e finisci per confondere l’urgenza con l’importanza. Ascoltare ciò che conta significa abbassare il volume di tutto ciò che ti trascina fuori da te e alzare il volume di ciò che ti riporta al centro.
C’è una differenza sottile ma decisiva tra funzionare e vivere.
Funzionare è rispondere agli stimoli, chiudere cerchi, non deludere nessuno, attraversare la giornata senza inciampare.
Vivere è essere in relazione con ciò che per te ha valore, sentire che le tue azioni hanno un senso e producono un effetto buono dentro, non solo fuori.
Quando smetti di distinguere queste due dimensioni, l’energia comincia a disperdersi. Ti accorgi che arrivi a sera svuotato, senza aver toccato nulla che ti riguardi davvero.
Le ricerche sulla motivazione umana mostrano che il benessere cresce quando la tua vita dialoga con bisogni fondamentali come la libertà di scegliere, la sensazione di poter incidere, la qualità delle relazioni. Quando questi bisogni restano a lungo inascoltati, la tua energia si assottiglia anche se sulla carta “va tutto bene”. Allo stesso modo, gli studi sui valori personali mostrano che quando ciò che fai ogni giorno è coerente con ciò che ritieni significativo, la fatica non scompare ma diventa sostenibile, perché trovi un perché dentro lo sforzo. Non si tratta di teorie astratte: lo vedi ogni volta che un compito impegnativo ti lascia paradossalmente più vivo perché parla a qualcosa di importante per te, e lo vedi ogni volta che un impegno leggero ti lascia esausto perché non ti appartiene.
Ascoltare ciò che conta davvero richiede onestà, quella gentile che guarda in faccia la realtà. Se ti concedi di osservare la tua giornata con curiosità, cominci a notare dove perdi energia senza accorgertene. Forse spendi ore in conversazioni che non ti nutrono, forse ti trovi a dire sì per evitare conflitti, forse insegui obiettivi che avevano senso ieri ma non ce l’hanno più oggi. In parallelo, ci sono gesti semplici che rianimano: dieci minuti di cammino senza telefono, un lavoro fatto con cura, una presenza amica con cui puoi essere come sei. Sono indicatori, sono la bussola che ti mostra la differenza tra rumore e nutrimento.
C’è anche un livello più silenzioso, quello del corpo. Il corpo segnala cosa conta molto prima della mente. Quando sei allineato con ciò che ti nutre, il respiro si fa più profondo, le spalle scendono, la mente si apre; quando stai investendo energie in ciò che non ti appartiene, compaiono tensioni sottili, il respiro si accorcia, il pensiero si fa rumoroso e ripetitivo. Imparare a leggere questi segnali serve a riconoscere dove stai pagando un prezzo troppo alto e dove, invece, stai costruendo qualcosa che ti sostiene.
“Separare rumore e bisogni veri” non significa scappare dalle responsabilità o cercare una vita senza attriti. Significa scegliere, con criterio e tenerezza, a cosa dire sì. Significa riconoscere che non tutto ciò che bussa alla tua porta merita la tua attenzione, e che la tua attenzione è la risorsa più preziosa che possiedi. Dove la posi, la tua vita cresce; dove la disperdi, la tua vita si assottiglia. Questa consapevolezza non nasce all’improvviso: si coltiva nell’ascolto quotidiano, nel coraggio di dire no quando serve, nel lasciare andare abitudini che ti tengono occupato ma non ti fanno bene.
Potresti scoprire che ciò che ti fa sentire vivo è più semplice di quanto pensavi e che ciò che ti svuota ha spesso il volto del dovere senza senso. Potresti scoprire che alcune cose richiedono energia ma te ne restituiscono di più, mentre altre te la sottraggono anche quando ti dicono che “dovresti” farle. Potresti scoprire che ciò che conta davvero per te non coincide con ciò che gli altri si aspettano. Questo è il punto in cui inizia la libertà: riconoscere i tuoi valori non come un elenco teorico, ma come una percezione viva. Valore è ciò per cui sei disposto a stancarti con gioia. Tutto il resto è rumore.
Da qui nasce una domanda che orienta: a cosa vuoi dare qualità, non solo quantità? La qualità si misura nel dopo. Se un’attività ti lascia più presente a te stesso, se senti che amplia il tuo respiro e la tua capacità di cura, probabilmente parla ai tuoi bisogni veri. Se il dopo è vuoto, se senti di aver perso pezzi, probabilmente hai nutrito il rumore. Non è una colpa, è un’informazione. E le informazioni, quando le accogli senza difenderti, aprono possibilità nuove.
Questo giorno non ti chiede di riscrivere la tua vita dall’oggi al domani. Ti chiede di ascoltare con più finezza. Di dare un nome alle cose. Di riconoscere tre elementi che ti accendono e tre che ti spengono, non per fare una lista in più, ma per mettere un segnalibro nella tua attenzione. Domani potrai proteggere meglio ciò che ti nutre se oggi lo riconosci con chiarezza. Domani potrai togliere un po’ di rumore se oggi lo vedi per quello che è.
C’è una frase semplice che può accompagnarti mentre leggi e ti leggi: lascia che sia importante ciò che ti fa bene. Non ciò che appare bene agli occhi degli altri, non ciò che ti difende dal giudizio, non ciò che ti fa sentire all’altezza per qualche minuto. Ciò che ti fa bene davvero. A volte è una scelta minuscola: spegnere una notifica, chiedere una pausa, dire la verità su come stai, restare presente mentre fai una sola cosa. In quelle scelte minuscole si costruisce una vita che ti assomiglia.
Ascoltare ciò che conta non è un rituale da fare una volta e archiviare. È un modo di stare, un ritmo che si impara. Ogni giorno avrai la possibilità di spostare un millimetro l’attenzione verso il nutrimento e un millimetro lontano dal rumore. Mille millimetri fanno un metro, e un metro dopo l’altro la direzione cambia davvero. Non perché il mondo diventi più semplice, ma perché tu diventi più fedele a ciò che ti sostiene.
Se oggi, anche solo per un momento, senti con nettezza una cosa che ti fa vivere e una che ti spegne, hai già fatto il lavoro. L’hai fatto ascoltandoti senza fretta, con rispetto. È così che si accende la chiarezza. È così che, poco a poco, ricominci a scegliere.
Tecnica del giorno:
Quando la vita diventa rumore perdiamo il contatto con i nostri bisogni più veri.
Il respiro è un filo conduttore per tornare a noi stessi: rallentarlo significa dire al corpo “posso fermarmi, posso ascoltarmi”. È un modo per iniziare a distinguere cosa ti nutre da ciò che ti svuota.
Abbiamo pronta per te una serie di respirazione guidate che trovi accedendo qui.
Da 1, 2, fino a 8 minuti. Puoi scegliere tu il tempo da dedicargli, ma è importante dedicargli almeno un minuto, e ricorda che lo fai per te stessa.
Questa pratica ti aiuta a:
abbassare il rumore interiore che rende tutto urgente,
creare un momento solo tuo, lontano dalle richieste esterne,
rientrare in contatto con i tuoi bisogni autentici.
Domanda su cui riflettere oggi:
Quali sono le cose che, quando le vivi, ti fanno sentire davvero presente e vivo?
E se vuoi migliorare la tua salute mentale e lavorare sul tuo benessere puoi farlo qui.
Domani affronteremo un altro step insieme
Domani faremo un passo che può sembrare semplice ma, in realtà, è uno dei più difficili e liberatori: impareremo a lasciare andare ciò che non serve.
Dopo aver ascoltato i tuoi bisogni veri e riconosciuto cosa ti svuota, sarà il momento di iniziare a fare spazio dentro di te.
Parleremo di come dire no con gentilezza, di come smettere di portare avanti pesi che non ti appartengono e di quanto sia potente togliere, invece di continuare ad aggiungere.
Perché ogni cambiamento vero nasce quando decidi di liberarti da ciò che ti consuma e scegli di proteggere ciò che ti nutre.