Perché facciamo cose di cui poi ci pentiamo?

Capita a tutti. Restare svegli fino alle tre di notte su Netflix e svegliarsi distrutti il giorno dopo. Dire “sì” a una cena che non volevamo, per poi ritrovarci seduti a tavola controvoglia. O alzare la voce con i nostri figli e dover guardare nei loro occhi tristi dopo.

E allora ci chiediamo: “Ma perché? Perché continuo a fare cose che poi mi fanno stare male?”

La risposta non è che siamo deboli o incapaci di controllarci. La risposta è più antica, iscritta dentro di noi: le emozioni sono nate per proteggerci, non per renderci razionali.

Per milioni di anni, il nostro cervello si è evoluto per reagire subito. Di fronte a un leone, i nostri antenati non potevano fermarsi a riflettere: dovevano scappare, senza pensarci troppo. La paura li salvava. L’ira serviva a difendersi. La tristezza teneva unito il gruppo.

Solo che oggi non viviamo più nella savana. Non ci sono leoni dietro ogni angolo. Ma le nostre emozioni non lo sanno. Così la paura ci fa scappare da una festa piena di sconosciuti, l’ira esplode per un rumore fastidioso, la tristezza ci tiene svegli a rimuginare.

E allora rimaniamo prigionieri di un paradosso: emozioni che un tempo ci hanno salvato, oggi spesso ci portano a fare cose che ci feriscono.

Ma c’è una via d’uscita.

Forse non possiamo cambiare la nostra natura, ma possiamo aggiornare il modo in cui la viviamo. Possiamo imparare a fermarci, a riconoscere il momento in cui l’emozione ci sta per trascinare, e a scegliere una risposta diversa. È come riscrivere, poco a poco, il nostro “software interiore”.

Puoi bloccare il tuo posto in piattaforma e iniziare a lavorare sulla tua ansia, gli attacchi di panico e le tue emozioni.

Pillole chiave della riflessione di oggi:

  • Le emozioni nascono per proteggerci, non per renderci razionali.

  • Oggi però reagiscono a situazioni non più pericolose (come feste, rumori, scadenze).

  • Questo crea azioni impulsive e pentimenti.

  • Possiamo imparare a riconoscere il momento in cui l’emozione prende il sopravvento.

  • Aggiornare la nostra risposta è possibile.

Tecnica utile: fermarsi prima che l’emozione decida per noi

La prossima volta che senti la rabbia, la paura o l’ansia salire, prova questo:

  1. Fai un respiro profondo.

  2. Dai un nome all’emozione: “Sto provando paura”, “Sto provando rabbia”.

  3. Chiediti: “Questa reazione mi sta aiutando davvero, o mi farà pentire tra un’ora?”

Questo semplice passaggio riporta il cervello dal “pilota automatico” a uno stato in cui possiamo scegliere.

Presto in piattaforma ci saranno tante cose nuove per lavorarci su.

Domanda su cui riflettere oggi

Qual è l’ultima situazione in cui ti sei sentito travolto da un’emozione e hai fatto qualcosa di cui poi ti sei pentito? Se potessi riviverla, come avresti voluto reagire?

Le mie emozioni non mi definiscono: posso imparare a riconoscerle e trasformarle in forza invece che in rimpianto.

*Questo contenuto fa parte della piattaforma Thatsos, il Duolingo per la tua salute mentale, nato per aiutarti a migliorare la salute mentale attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva. Dentro la piattaforma troverai percorsi per esplorare le tue emozioni dall’ansia alla rabbia, tecniche per gestirle, articoli che ti faranno riflettere e un diario dove scrivere liberamente ciò che provi e come ti senti.