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Quando la procrastinazione è un sintomo
Buongiorno! Questo è il Percorso Sos, lo spazio che ti aiuta a ritrovare il tuo percorso quando le emozioni ti fanno perdere il controllo.
Nella giornata di oggi ti parleremo di:
Perché rimandiamo davvero: ansia, paura e perfezionismo.
Come la procrastinazione influenza la nostra salute mentale.
Come spezzare il circolo vizioso.
Strategie quotidiane per trasformare l’ansia in azione.
Ma prima di iniziare, ecco un reminder per te…
Quando la procrastinazione è un sintomo
Quante volte ti sei ritrovato a rimandare all’infinito un compito che sapevi importante? Specialmente ora che settembre è iniziato…
Forse hai passato ore a scrollare il telefono, a riordinare la scrivania, o a inventarti micro-attività “urgenti” pur di non affrontare quella cosa lì, proprio quella che pesa di più. E poi, insieme al senso di sollievo temporaneo, arriva puntuale il carico: ansia, sensi di colpa, pensieri come “non valgo abbastanza” o “non riuscirò mai a farcela”.
La procrastinazione non è pigrizia. È spesso un modo che la nostra mente usa per proteggerci. Dietro il rimandare c’è paura: paura di fallire, paura di non essere all’altezza, paura di sentirci sopraffatti. A volte, il perfezionismo ci blocca ancora prima di iniziare, perché se non possiamo fare qualcosa in modo impeccabile… allora meglio non farla.
La salute mentale entra qui in gioco: più procrastiniamo, più cresce l’ansia, e più cresce l’ansia, più procrastiniamo. È un circolo vizioso che logora, perché ci fa vivere non solo con i compiti lasciati a metà, ma soprattutto con la sensazione che ci sia “qualcosa di sbagliato in noi”.
Ma la verità è un’altra: procrastinare è un segnale, non una condanna. È il linguaggio con cui la mente ci dice che ha bisogno di sicurezza, di un passo alla volta, di gentilezza. Non di frustate, non di paragoni, non di punizioni.
Tecnica del giorno: il “compito in 5 minuti”
Quando ti senti bloccato davanti a un compito, non pensare di doverlo fare tutto. Impostati un timer da 5 minuti e concediti di iniziare solo una parte minuscola: aprire il documento, scrivere due righe, fare la prima telefonata.
Spesso, il peso dell’ansia è tutto nell’inizio: una volta rotto il ghiaccio, scoprirai che puoi continuare più facilmente. E se dopo i 5 minuti non te la senti di andare avanti, va bene lo stesso: avrai comunque dato un segnale al tuo cervello che puoi agire, anche nelle piccole cose.
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Domanda su cui riflettere oggi:
Qual è un compito che stai rimandando da giorni? Quale potrebbe essere la primissima azione di 5 minuti che puoi fare per avvicinarti ad affrontarlo?
E se vuoi migliorare la tua salute mentale e lavorare sul tuo benessere puoi farlo qui.
Non devo fare tutto subito. Posso iniziare con un piccolo passo, e già questo è un progresso. 💜
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