Sei la tua cura

Perfetto! Ecco l’articolo “Sul lenitivo” inserito senza alcuna modifica all’interno della struttura email che usiamo per il percorso S.O.S:

Oggetto: Quando l’unica cosa che vorresti… è qualcuno che ti tenga

Preview: Ma imparare a consolarci non è così automatico. E non è colpa tua.


Nei momenti di crisi, troviamo dentro di noi una voce capace di calmare le onde della paura e i colpi dell’odio verso sé stessi:
possiamo affrontarlo; parleremo con loro; le persone capiscono; che vadano al diavolo se non lo fanno; ciò che conta sei tu; tu sei buono e prezioso.


Abbiamo a disposizione una risposta calma e risoluta, sia per gli eventi peggiori che per le piccole ansie quotidiane.
Abbiamo fede nel fatto che possiamo resistere, che qualcosa arriverà, e che non meritiamo il peggio.
Riflettere sull’arte della consolazione può metterci davanti a ciò che ci manca.
Non siamo misteriosamente carenti: siamo stati cresciuti da adulti che a loro volta non sono stati consolati.
Dobbiamo diventare attenti e profondamente compassionevoli verso i pezzi mancanti della nostra psiche.


È perché non siamo stati consolati che la vita oggi è così più difficile di quanto dovrebbe: che il rifiuto fa così male, i social media spaventano così tanto, la disapprovazione sembra fatale, l’ambiguità è insopportabile, dormire sembra un lusso non meritato, le vacanze ci inquietano, le carezze degli altri ci risultano estranee – e che tanti dei nostri giorni e delle nostre notti sono attraversati da ciò che somiglia a esperienze di morte imminente.


Ci sono – bisogna crederci – alternative e possibilità di recupero.
Possiamo affidarci alla musica, ai diari, ai libri, ai bagni caldi – ma, più di tutto, agli altri esseri umani.

Pillole chiave della riflessione di oggi:

  • La consolazione non è una debolezza, ma una necessità fondamentale dell’essere umano.

  • Imparare a consolare sé stessi nasce da un’esperienza di amore e accudimento ricevuto.

  • Molte delle nostre reazioni emotive adulte sono il risultato di mancanze antiche.

  • Spesso chi ha più bisogno di consolazione è anche chi ha più paura nel chiederla.

  • È possibile ricostruire ciò che è mancato, con pazienza e umanità.

Tecnica utile: Scriviti una lettera gentile.

Siediti in silenzio e scrivi una breve lettera a te stesso, usando lo stesso tono che useresti con un bambino triste, o con una persona che ami tanto.

Non serve giudicarti, né cercare soluzioni. Solo parole di conforto, calore e presenza.

Questa pratica attiva la parte della mente che sa consolare. Col tempo, diventa una voce interiore che sa farti compagnia anche nei momenti più bui.

Domanda su cui riflettere oggi:

Quando è stata l’ultima volta in cui mi sono davvero consolato, invece di farmi forza?

Merito gentilezza, anche nei miei momenti più fragili. 💜

*Questo contenuto fa parte della piattaforma Thatsos, il Duolingo per la tua salute mentale, nato per aiutarti a migliorare la salute mentale attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva. Dentro la piattaforma troverai percorsi per esplorare le tue emozioni dall’ansia alla rabbia, tecniche per gestirle, articoli che ti faranno riflettere e un diario dove scrivere liberamente ciò che provi e come ti senti.