Sei un disastro?

Forse ti sei ritrovato di nuovo lì, nel solito posto buio e familiare.
Ogni errore che fai sembra trascinarti dietro tutte le vecchie ferite, tutte le catastrofi passate, e la voce nella testa riparte: “Sono un disastro. Non valgo niente. Non dovrei neppure esistere.”

E da lì, come sempre, comincia la discesa: ti punisci da solo, ti senti minuscolo, affondi nel disprezzo verso te stesso.
È un copione che conosci a memoria.
E magari, prima di quest’ultimo scivolone, ti stavi persino rialzando un po’.
Cominciavi a sperare in qualcosa di più dalla vita.

Ma ora ti sembra di essere tornato al punto di partenza.
Al “tuo vero posto”: in basso. Nel dolore.
E ti convinci che forse non avresti mai dovuto uscirne.

Ma se, solo per questa volta, provassi a fare qualcosa di diverso?
Un piccolo esperimento. Tanto ormai… non hai nulla da perdere.
Cosa succederebbe se, invece di insultarti, ti concedessi uno sguardo diverso, fatto di malinconia dolce e coraggio?
E se ti dicessi qualcosa che non ti sei mai detto prima?

Tipo:
Come avresti potuto sapere cosa fare, se nessuno ti ha mai insegnato come si vive?
Perché dovremmo sapere gestire l’amore, il lavoro, le relazioni… se nessuno ce lo ha mai spiegato davvero?

Le scuole non insegnano a vivere. I libri non bastano. E la mente, a volte, è un organo che sbaglia, inciampa, dimentica.
Non è questione di se sbaglierai… ma quando, quanto e dove.

Il fallimento è parte del gioco.
Ma sta a te decidere come raccontartelo.

Pillole chiave della riflessione di oggi:

  • Il disprezzo di sé può diventare un automatismo, ma non è l’unico modo per reagire.

  • Il dolore spesso ci fa tornare nei soliti luoghi mentali, ma non significa che sia la verità su di noi.

  • Nessuno ci ha davvero insegnato come si affronta la vita: non è colpa nostra se sbagliamo.

  • Possiamo imparare a raccontarci i fallimenti in modo diverso: con più umanità, meno giudizio.

  • Vulnerabilità e malinconia possono essere strumenti di forza.

Tecnica utile: La riscrittura del dialogo interiore.


Ogni volta che sbagli qualcosa o ti senti crollare, prova a riscrivere quello che ti stai dicendo.


Sostituisci frasi come “sono un fallimento” con “sto cercando di imparare qualcosa che nessuno mi ha mai insegnato”.

Scrivere ti aiuterà a capire che quelli non sono pensieri razionali.

E ricorda che fallire non ti definisce, è parte della tua storia.

Domanda su cui riflettere oggi

Cosa cambierebbe nella mia vita se trattassi i miei errori come insegnamenti, e non come condanne?

Non sono sbagliato. Sto imparando a vivere, un passo alla volta.

*Questo contenuto fa parte della piattaforma Thatsos, il Duolingo per la tua salute mentale, nato per aiutarti a migliorare la salute mentale attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva. Dentro la piattaforma troverai percorsi per esplorare le tue emozioni dall’ansia alla rabbia, tecniche per gestirle, articoli che ti faranno riflettere e un diario dove scrivere liberamente ciò che provi e come ti senti.