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Va più che bene piangere
A volte basta che qualcuno ci abbia accarezzato i capelli con dolcezza, sapere che abbiamo uno e mezzo amici veri al mondo e un libro interessante ancora da leggere, per capire che il peggio della tempesta è passato.
Le nostre società ci fanno un torto quando promuovono soltanto o una gioia sentimentale o un terrore paralizzante. La verità è che la vita richiede un mix ben dosato di stoicismo, umorismo nero e abbondanti lacrime. Nonostante le nostre capacità razionali da adulti, i bisogni dell’infanzia continuano a vibrare dentro di noi.
Non siamo mai davvero lontani dal desiderio di essere tenuti in braccio e rassicurati, come forse accadeva tanti anni fa con un adulto affettuoso — molto probabilmente un genitore — che ci faceva sentire protetti, ci baciava sulla fronte, ci guardava con tenerezza e magari diceva poco, ma quel poco era semplicemente “certo che sì”. Aver bisogno di conforto — avere bisogno, in qualche modo, della mamma — è qualcosa che viene ridicolizzato, soprattutto quando sei alto quasi due metri e hai delle responsabilità.
Ma comprendere e accettare quei bisogni infantili è, in realtà, parte essenziale dell’essere adulti. Non esiste maturità autentica senza un accordo con il nostro lato più infantile, e non esiste vero adulto che non senta, spesso, una profonda nostalgia. Una delle cose più sagge nei bambini piccoli è che non si vergognano affatto di mettersi a piangere: forse perché hanno una percezione più accurata, meno orgogliosa, del loro posto nel mondo.
Sanno di essere esseri minuscoli in un universo ostile e imprevedibile, che non possono controllare quasi nulla, che non capiscono molte cose, e che c’è davvero tanto per cui sentirsi tristi, confusi, spaventati.
E allora, perché non lasciarsi andare — almeno ogni tanto, anche solo per pochi minuti — a un pianto liberatorio, salutare, per la semplice immensità del dolore di essere vivi? Purtroppo, questa saggezza si perde col tempo. Ci insegnano a evitare a tutti i costi quella che sembra la cosa più indegna (eppure è forse la più filosofica): essere dei piagnucoloni. Associamo la maturità all’invulnerabilità e alla competenza. Immaginiamo che sia saggio far finta di essere sempre forti e in controllo. Ma questo è, in realtà, il pericolo più grande.
Rendersi conto che non ce la si fa più fa parte della vera forza d’animo. Siamo, nella nostra essenza, e dovremmo rimanere, “piagnucoloni”: persone che ricordano intimamente la propria vulnerabilità al dolore e alla perdita. I momenti in cui si perde il coraggio fanno parte di una vita vissuta con coraggio. Se non ci concediamo momenti frequenti per cedere, rischiamo — prima o poi — di spezzarci del tutto.
Pillole chiave della riflessione di oggi:
Piangere non è un segno di debolezza, ma di contatto profondo con la propria umanità.
La società tende a ridicolizzare i bisogni infantili, ma integrarli è parte dell’essere adulti.
I bambini hanno una consapevolezza naturale della propria vulnerabilità che perdiamo col tempo.
Reprimere continuamente le emozioni ci espone al rischio di rottura emotiva.
La fragilità accolta è una forma di forza
Tecnica utile: Il permesso di crollare (esercizio di 5 minuti)
Obiettivo: concederti uno spazio sicuro per sentirti vulnerabile, senza giudizio.
Trova un momento in cui sei solo e in un luogo tranquillo.
Chiudi gli occhi e porta una mano sul petto.
Ripeti lentamente: “Va bene se oggi mi sento fragile. Va bene se ho bisogno di piangere. Va bene se non sono forte.”
Se le lacrime arrivano, lasciale scendere. Non respingerle.
A fine esercizio, scrivi una frase di cura verso te stesso (es. “Oggi mi sono ascoltato davvero”).
👉 Questo spazio emotivo è un atto di maturità, non di cedimento.
Domanda su cui riflettere oggi:
Quando è stata l’ultima volta che ti sei lasciato andare, senza vergogna, al bisogno di piangere?
Non ho bisogno di essere invincibile. Piangere è il modo più onesto che ho per ricordarmi che sto vivendo. 💜
*Questo contenuto fa parte della piattaforma Thatsos, il Duolingo per la tua salute mentale, nato per aiutarti a migliorare la salute mentale attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva. Dentro la piattaforma troverai percorsi per esplorare le tue emozioni dall’ansia alla rabbia, tecniche per gestirle, articoli che ti faranno riflettere e un diario dove scrivere liberamente ciò che provi e come ti senti.